(8 Dicembre 2011)
La macelleria sociale che viene varata contro il lavoro, i giovani, le donne, porta il timbro di Confindustria e banche. Per quale ragione si alza l'età pensionabile, si colpiscono pensioni da fame, si aumenta l'IVA, si mette l'imposta sulla prima casa, si dà un nuovo colpo ai servizi sociali? Per travasare nuove risorse ai capitalisti e ai banchieri, che ottengono tutto ciò che avevano chiesto: sgravi fiscali per i profitti, taglio dell'IRAP, garanzia statale per i prestiti bancari. Mentre i grandi evasori escono illesi. Altro che manovra “salva Italia”! E' una manovra salva banche, grazie alla spoliazione dei lavoratori italiani.
La verità è che un pagliaccio impresentabile come Berlusconi, ormai decotto, è stato archiviato dai capitalisti, non dal movimento operaio. E sono oggi i capitalisti a dettare, attraverso Monti, un nuovo attacco alle condizioni del lavoro.
Il centrosinistra è il primo responsabile di quanto è avvenuto. Prima bloccando e dividendo l'opposizione sociale a Berlusconi, per ingraziarsi industriali e banchieri. Poi sdraiandosi a sostegno di Monti, con la benedizione di Napolitano. Bersani ha rinunciato ad elezioni e Premierato per obbedire alle banche, confermando la natura liberale del PD.
Nichi Vendola ha “aperto” al governo dei banchieri (raccomandando loro un po' di pietà per le vittime) pur di non rompere l'accordo con Bersani.
Di Pietro ondeggia senza alcun principio tra capitolazione e distinguo strumentali.
Mentre la Lega, complice di Berlusconi e dei padroni, prova a rigenerarsi all'”opposizione”.. di quelle stesse misure che ha votato sino a ieri. Una truffa.
Di fronte all' unità di tutti i poteri forti e di tutti i loro partiti, è necessario costruire la più ampia unità di lotta di tutto il mondo del lavoro e di tutte le loro organizzazioni. Non bastano scioperi simbolici di testimonianza. E' necessario un vero sciopero generale prolungato sino al ritiro della manovra e alla caduta del governo. Si marci sulle prefetture. Si organizzi la mobilitazione in ogni luogo di lavoro, nelle scuole, nelle Università. Ogni compromissione con l'avversario va revocata. Gli accordi estivi della CGIL con Confindustria e banche vanno annullati. E così l' eterna offerta di un accordo futuro col PD per la prossima legislatura, avanzate in varie forme da Vendola, Ferrero, Diliberto. Non si possono tenere i piedi in troppe scarpe. O di qua, o di là. O col lavoro o con i suoi avversari.
Si metta finalmente in campo una piattaforma di lotta unificante basata sulle rivendicazioni del lavoro e dei giovani: a partire dal blocco dei licenziamenti, la cancellazione delle leggi di precarizzazione del lavoro, la difesa dei diritti, la riduzione dell'orario a parità di salario, un salario sociale per i disoccupati, un grande piano di opere sociali. E su questa piattaforma si apra una lotta vera, continuativa, combinata con la occupazione di tutte le aziende che licenziano, mirata davvero a piegare l'avversario. Solo una lotta radicale può strappare risultati. Paghi chi non ha mai pagato.
La verità è che il capitalismo è fallito, come sono fallite, una dopo l'altra, tutte le illusioni di una sua possibile riforma. Il cadavere politico di Zapatero e un Obama in crisi stanno lì a dimostrarlo. E' dunque necessario un programma di rottura col capitalismo. Che rifiuti il pagamento del debito pubblico alle banche usuraie. Rivendichi la nazionalizzazione delle banche senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori. Rivendichi la nazionalizzazione delle grandi imprese a partire da quelle che licenziano o offendono i diritti ( in primo luogo la Fiat).
E' un programma tanto radicale quanto radicale è il capitalismo. Solo un governo dei lavoratori può realizzare questo programma. Solo una aperta ribellione sociale e di massa può imporre questo governo. Il Partito Comunista dei Lavoratori(PCL) è l'unico partito che si batte, in ogni lotta, per questa prospettiva socialista e rivoluzionaria: l'unica vera alternativa alla catastrofe.
La verità è che un pagliaccio impresentabile come Berlusconi, ormai decotto, è stato archiviato dai capitalisti, non dal movimento operaio. E sono oggi i capitalisti a dettare, attraverso Monti, un nuovo attacco alle condizioni del lavoro.
Il centrosinistra è il primo responsabile di quanto è avvenuto. Prima bloccando e dividendo l'opposizione sociale a Berlusconi, per ingraziarsi industriali e banchieri. Poi sdraiandosi a sostegno di Monti, con la benedizione di Napolitano. Bersani ha rinunciato ad elezioni e Premierato per obbedire alle banche, confermando la natura liberale del PD.
Nichi Vendola ha “aperto” al governo dei banchieri (raccomandando loro un po' di pietà per le vittime) pur di non rompere l'accordo con Bersani.
Di Pietro ondeggia senza alcun principio tra capitolazione e distinguo strumentali.
Mentre la Lega, complice di Berlusconi e dei padroni, prova a rigenerarsi all'”opposizione”.. di quelle stesse misure che ha votato sino a ieri. Una truffa.
Di fronte all' unità di tutti i poteri forti e di tutti i loro partiti, è necessario costruire la più ampia unità di lotta di tutto il mondo del lavoro e di tutte le loro organizzazioni. Non bastano scioperi simbolici di testimonianza. E' necessario un vero sciopero generale prolungato sino al ritiro della manovra e alla caduta del governo. Si marci sulle prefetture. Si organizzi la mobilitazione in ogni luogo di lavoro, nelle scuole, nelle Università. Ogni compromissione con l'avversario va revocata. Gli accordi estivi della CGIL con Confindustria e banche vanno annullati. E così l' eterna offerta di un accordo futuro col PD per la prossima legislatura, avanzate in varie forme da Vendola, Ferrero, Diliberto. Non si possono tenere i piedi in troppe scarpe. O di qua, o di là. O col lavoro o con i suoi avversari.
Si metta finalmente in campo una piattaforma di lotta unificante basata sulle rivendicazioni del lavoro e dei giovani: a partire dal blocco dei licenziamenti, la cancellazione delle leggi di precarizzazione del lavoro, la difesa dei diritti, la riduzione dell'orario a parità di salario, un salario sociale per i disoccupati, un grande piano di opere sociali. E su questa piattaforma si apra una lotta vera, continuativa, combinata con la occupazione di tutte le aziende che licenziano, mirata davvero a piegare l'avversario. Solo una lotta radicale può strappare risultati. Paghi chi non ha mai pagato.
La verità è che il capitalismo è fallito, come sono fallite, una dopo l'altra, tutte le illusioni di una sua possibile riforma. Il cadavere politico di Zapatero e un Obama in crisi stanno lì a dimostrarlo. E' dunque necessario un programma di rottura col capitalismo. Che rifiuti il pagamento del debito pubblico alle banche usuraie. Rivendichi la nazionalizzazione delle banche senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori. Rivendichi la nazionalizzazione delle grandi imprese a partire da quelle che licenziano o offendono i diritti ( in primo luogo la Fiat).
E' un programma tanto radicale quanto radicale è il capitalismo. Solo un governo dei lavoratori può realizzare questo programma. Solo una aperta ribellione sociale e di massa può imporre questo governo. Il Partito Comunista dei Lavoratori(PCL) è l'unico partito che si batte, in ogni lotta, per questa prospettiva socialista e rivoluzionaria: l'unica vera alternativa alla catastrofe.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
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