domenica 31 luglio 2011

Amministrazione di Santa Margherita Ligure messa sotto scacco da un partito che rappresenta meno dell'1% dei voti



L'impassibile irragionevolezza della Giunta di Santa Margherita Ligure, sempre pronta a privatizzare, alienare, sempre alla ricerca di qualche finanziamento pubblico in più da gestire, dovrebbe davvero liberarsi e capire che amministrare in questo modo è sostanzialmente inutile.
Lo dimostrano l'arroganza e la passività nelle vicende cittadine, arroganza e superbia nella svendita della farmacia comunale (clamorosamente fallita dopo un ricorso al TAR); arroganza e presunzione nel tentativo (strepitosamente non riuscito) di incassare denaro svendendo l'ex-scola di Nozarego per la realizzazione dell'ennesima villetta in collina; infine indolenza e passività di fronte alle scelte fondamentali, una per tutte quella del porto, dove il Sindaco ha dichiarato pubblicamente di non stare né dalla parte dei favorevoli né dalla parte dei contrari.
La domanda sorge spontanea...ma che ci stanno a fare? Forse per fare qualche rattoppo nell'asfalto?
Pur vivendo nell'epoca storica della “dittatura dell'ignoranza”  un partito con un consenso inferiore del 1%, spiazza le burocrazie del palazzo e impone uno scontro di poteri, da una parte l'ignobile legge elettorale della democrazia delegata, dall'altra la sacrosanta democrazia diretta quella del senso civico, dell'autogestione, della difesa dei beni comuni, una democrazia alla quale non sappiamo rinunciarci e che dovrà continuare e consolidarsi.
Un Comune allo sbando in completa difficoltà perché dall'altra parte il popolo sovrano dimostra di non essere solamente  formato da elettori ma di cittadini che esigono il diritto di partecipazione popolare.
Comunque vada sarà una grande vittoria di una piccola organizzazione che vanta una manciata di attivisti in tutto il Tigullio, ma con un grande (anzi un enorme) obbiettivo.

sabato 30 luglio 2011

venerdì 29 luglio 2011

ARTICOLO APPARSO SU WWW.RETELEVANTE.COM





giovedì 28 luglio 2011

Lettera aperta a GABRIELE VOLPI.........."giovani", legalità, progetto di "FONDAZIONE"






Caro Volpi,
senza voler rinnegare quanto scritto in precedenza sugli affari del suo gruppo, intendo scriverle questa lettera aperta per indurla a proseguire, se effettivamente questi sono i suoi intenti (dichiarati nella sala del Comune di Recco il 13 scorso), e tradurre in fatti positivi nell'interesse dei giovani e del territorio la voglia di creare, direttamente o attraverso un trust, ricchezza e occasioni di sviluppo armonico e rispettoso dell'ambiente.
La partenza, con le sue indicazioni e il “supporto responsabile” di Angiolino Barreca, sembra quella giusta, ma necessita di alcune rettifiche di percorso.
Le ricordo che il 14 luglio 2011, scrivevo una nota in merito alla presentazione, su questo sito: http://www.retelevante.com/2011/07/gabriele-volpipresa-datto-e-conseguente.html


All'interno di quella nota, oltre alcuni passaggi di rilievo critico, compariva:
“La sintesi è una proposta concreta e rigorosa”, e di seguito:
    -La Fondazione ha sede nel comune di RECCO in un luogo dedicato; ha una attività estesa a tutto il territorio europeo; si relaziona con ogni ordine e grado di scuole.

   -Lo sponsor VOLPI, oppure un soggetto di suo gradimento, costituisce una fondazione dedicata al progetto e ad altri di analogo indirizzo e di ulteriore estensione.

Fin qui quanto già noto e sinteticamente espresso, ma alla luce di nuovi particolari emersi nella vicenda del porto di S.Margherita Ligure e dopo l'incontro tenutosi alla Casa del Mare, alla presenza di Claudio BURLANDO, penso sia utile scrivere questa lettera aperta sulla traccia di quanto già pubblicato il 14/07/2011.


Lo spunto – tanto per ricordare - era tratto da una presentazione effettuata nella sala del Consiglio Comunale di Recco, città nella quale lei ha diversi interessi, così come compare – quale co/imprenditore - in altre differenti realtà locali proponendo indirizzi di attività spesso comuni a quelli recchesi.


La presentazione consisteva nella introduzione ad un progetto cointeressato da alcune figure istituzionali dello Stato, volto al “miglioramento” delle condizioni di conoscenza (della legalità) e al successivo sviluppo nella vita dei giovani.


Riconosciuta la bontà intrinseca di un simile intento, ma considerate alcune inevitabili e sostanziali “lacune funzionali” emerse dal progetto, ritengo oggi opportuno dare lo spazio alle osservazioni conseguenti, intendendo portare a termine lo “scopo reale e sostanziale” che si deve dare a quanto proposto.


Prima di elencare le osservazioni ritengo sia però doveroso fare alcune brevi premesse:
  • I “giovani” (richiamati nella proposta) sono una costituente importante della società perchè ne rappresentano la continuazione e debbono porsi al vertice di una scala valoriale che indichi il percorso politico da seguire. Nella storia di questa nazione essi hanno avuto ben poco rilievo (e quel poco è sempre stato strumentale ad altri interessi) poiché l'Italia è afflitta dalla costrizione stretta in un sistema di relazione patrilineare che rappresenta l'ostacolo insuperabile alla diffusione di una vera e attiva forma di sviluppo della socialità generale.
  • La patrilinearità è il terreno matriciale sul quale si radica il “familismo amorale”, costituente il modello di pensiero diametralmente opposto alla “legalità”. E' noto a tutti coloro che studiano i profili di legalità, che il familismo amorale è un atteggiamento sociale  ispirato alla regola del «massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia nucleare, supponendo (!!??) che tutti gli altri si comportino allo stesso modo », ed è quindi contrario al senso civico dello Stato, contrario alla legalità e rivelatore di una sfiducia nella collettività fino al punto di lavorare per distruggerla; tale comportamento distruttivo è tipico delle società tribali e sopportabile solo ed esclusivamente all'interno di una differente forma di organizzazione dello Stato.
  • Non è per puro caso che un tale modello sociale sia portato avanti dalle “famiglie” (intese primariamente nell'accezione di: mafiose) ed abbia oggi una enorme radicazione sul territorio. Non è per caso che ormai la quasi totalità dei cittadini abbia recepito le sue nefaste indicazioni e le abbia fatte proprie, sostanziandole in un “costume sociale”!
  • Il modello dell'illegalità passa sempre e solo attraverso il familismo amorale. Migliaia di esempi sono lì a disposizione di chi li voglia vedere.............sono tutti i figli, fratelli, nipoti, coniugi degli amministratori pubblici che sono “collocati ” laddove la legalità avrebbe dovuto porre altri soggetti (portatori di cultura, competenza e capacità adeguate al ruolo occupato nella società), che nulla hanno da spartire con il “familismo”.

Fatte queste doverose premesse, ritorno ora all'argomento “fondazione” che è oggetto di questa lettera.
Esamino preliminarmente le figure che ritengo siano costitutive di un progetto generale di fondazione, seguendo un ordine casuale perchè non è intento di questo scritto la redazione di uno statuto, ma la sola ed esclusiva indicazione dei “fondamentali”!..


-Una fondazione prevede un “fondatore” che nel caso in esame è una figura simbolica: “i giovani” (che agiscono in funzione della “chiamata in causa” scaturita dall'impegno che lei ha espresso nell'incontro di Recco)
La partecipazione alla costituzione dell'ente è aperta a tutti i giovani (18-28 anni) che siano residenti nei comuni del levante ligure e che richiedano di partecipare; questi intervengono negli atti successivi attraverso delegati assembleari, periodicamente sostituiti all'interno del gruppo fondatore (così che tutti abbiano la possibilità di maturare competenze di autogestione).
-Una fondazione prevede poi la disponibilità di un patrimonio (beni di diversa natura) – resi disponibili da soggetti terzi - che siano lo strumento da cui scaturisce la possibilità di autofinanziarsi e procedere nello sviluppo continuo e costante delle attività.
I terzi finanziatori sono evidentemente riconducibili al suo gruppo , che andrà a costituire dunque il patrimonio iniziale, e ad ogni altro soggetto privato che intendesse intervenire aumentando la disponibilità inizialmente determinata.
-Una fondazione prevede poi uno statuto nel quale, oltre le tradizionali clausole, deve comparire lo “scopo” che ha - in questo caso - il generico indirizzo di sviluppare la presenza dei giovani nella società in un panorama espressivo ampio; in particolare andando a colmare gli enormi “vuoti” che sono il risultato di dissennatezze amministrative perpetrate per anni.
Il “panorama espressivo dei giovani”, continuamente aggiornabile, scaturisce preliminarmente dall'assemblea dei “fondatori ”, partendo dalle consolidate esperienze di tutte le forme assembleari giovanili che fino ad ora hanno espresso percorsi possibili di condivisione e che rileveranno il loro dovere a partecipare in numero sempre più ampio.

Non riconoscendo l'emersione di ulteriori “lacune funzionali” alla proposta fatta da lei in aula consiliare a Recco , sarà quindi necessario indicare il “beneficio diretto” che ricadrà sul soggetto che andrà costituire il patrimonio della fondazione. (trascuro di indicare quale sia il beneficio “indiretto” perchè appare fin troppo evidente, almeno a lei ed a me!)


Considerando poi che il beneficio primario deve destinarsi ai giovani e che quello derivato secondario al costitutore del patrimonio della fondazione, provo ad elencarle alcuni casi di operatività:
  1. Nel comune di Recco trova collocazione un bene di rilevante dimensione, ed in stato di abbandono, dopo che l'ente provinciale intese, molto avventatamente, di divenirne proprietario. Parlo dell'ex “Maestre Pie” dove, da sempre, viene indicata una destinazione formativa giovanile utile a sopperire ad una cronica mancanza di figure professionalmente preparate nel settore turistico/ricettivo capace di attrarre turismo di alta capacità di spesa. E' evidente a tutti che tale progetto non avrà mai consistenza senza l'apporto di un soggetto privato; questo deve essere di suo interesse, perchè è “interesse primario dei giovani”.
  2. Nel comune di Santa Margherita Ligure trova collocazione un porto turistico che ha necessità di essere “tutelato” - lasciandolo così com'è ! Nella prossimità del porto “intoccabile” si trova l'area Ex Spertini necessitante di una adeguata riqualificazione che - resa funzionale ad un progetto alberghiero a ricettività pluristagionale – richiede l'intervento privato ad ampio spettro dal quale scaturisca la creazione preliminare di corsi di formazione per i giovani che andranno a trovare occupazione nelle future realizzazioni; questo deve essere di suo interesse, perchè è “interesse primario dei giovani”.
  3. Nel comune di Lavagna, viene individuata una pluralità di “abbandoni” il più rilevante dei quali è rappresentato dalla “Club House” del porto turistico condotto fino ad oggi in maniera scellerata. Aderente alla struttura si trova la cosiddetta “Piastra” che venne assunta in uso, con conseguente onere manutentivo, dall'ente comunale. Tale ente, come tutti gli enti in generale, non ha possibilità alcune di intervenire economicamente e da ciò deriva l'abbandono. Quello spazio, di consistente superficie, è un vero e proprio scempio che si para dinanzi agli occhi di chiunque si avvicini alla struttura portuale. I due elementi richiamati - la Club House e la Piastra - devono essere di suo interesse, perchè sono “interesse primario dei giovani”.
  4. Nei comuni di Recco ed in quello di Rapallo si trovano due caselli della A12. Nel progetto preliminare di costruzione (del 1957!!) era prevista la costruzione di due enormi silos per veicoli (Valletta di Verzemma e Poggiolino ) poiché era ben chiaro doversi distinguere la mobilità medio/lunga (autostradale) dalla circolazione locale/residenziale. In tale visione veniva presa in considerazione la realizzazione di un sistema di trasporto locale (in particolare per i comuni privi di accesso alla A12 – Pieve Ligure, Sori, Camogli, Santa Margherita Ligure, Zoagli ) che doveva dare luogo ad un “.......consistente beneficio per l’utenza locale e con diretta ricaduta positiva sulla fluidità e sicurezza della circolazione locale.......”. Sempre in quel progetto (1957!) era scritto che tale indirizzo doveva “garantire un disegno del territorio riconoscibile ed efficiente, liberando così potenzialità turistiche particolarmente estese e fino ad allora inutilizzate.....” ed ancora “…..incentivare la specializzazione dei centri urbani nelle differenti attrattività verso una popolazione turistica avente capacità di spesa elevata ed adeguata alla alta possibilità di offerta....” Tutto questo deve essere di suo interesse, perchè è “interesse primario dei giovani”.

Le ho offerto solo alcuni esempi, ma molti altri sono pronti da tempo e considerano tutto il territorio del Levante, compreso l'entroterra. 
Comprenderà quindi che alcuni “punti essenziali” emergono da questa lettera e voglio qui riassumerli ad evitare fraintendimenti:


-Nel Levante ligure (mi limito all'area costiera perchè è sottoposta a violenta aggressione speculativa) esiste la possibilità di fare “grossi affari” e, soprattutto, creare un rilevante aumento di ricchezza “intrinseca” legata alla specificità valoriale alta che offre un territorio non riproducibile altrove.
-L'adeguamento ad una tale visione, per l'imprenditore che la comprenda, è generatore di “simpatia” e riconoscenza, oltre essere produttore di giusto profitto derivato.
-Gli enti locali hanno da tempo la necessità di un socio/privato (persino per tagliare l'erba dei giardini!!), per evidente e manifesta incapacità a darsi un disegno di sviluppo armonico, rispettoso e solidaristico e la cronica incapacità ad evitare gli sperperi in progetti dissennati, avventati, inutili. ( ai precedenti punti 1-2-3 ho dato solo alcune esemplificazioni )
-I giovani hanno esigenze che le amministrazioni non sono in grado di comprendere per impianto istituzionale e carenza culturale.
-Questo è il ”lavoro” che spetta alla “Fondazione” e questo è il “lavoro” che i giovani debbono e vogliono portare avanti nel loro territorio.
Rifletta con calma, ma non si faccia consigliare da soggetti “anomali”!
Nel caso in cui lei ritenesse di aderire alla proposta, e solo in questo caso, mi sentirei portato a suggerire ai giovani di conferirle quella “cittadinanza onoraria” che altri (molto avventatamente e privi del titolo a farlo!!) avevano avanzato a Recco 15 gg prima d'oggi.
Buon lavoro
a.p.

Nota:
In apertura ho scritto "...ma alla luce di nuovi particolari emersi nella vicenda del porto di S.M.Ligure e dopo l'incontro tenutosi alla Casa del Mare, alla presenza di Claudio BURLANDO.........", questo non era un richiamo casuale, ma sostanziale alla buona riuscita del progetto, perchè ho conoscenza “profonda” (nel senso dell'analisi politica) del presidente della Regione Liguria.
Burlando proviene da una “carriera” amministrativa ultra decennale.
Da quel percorso emerge un suo particolare “profilo politico” atto a superare ostacoli normativi.
Questa impostazione, ripetuta e costante nel tempo, ha fatto scuola e viene ricordata con una sua frase:"....se una legge crea difficoltà.......la si modifica!"
Voglio ricordarlo a lei così che comprenda che in questo progetto “per i giovani” Burlando, per tenere fede al suo pensiero, può solo “essere della partita!

martedì 26 luglio 2011

Il Comune di Rapallo pensi alle famiglie numerose e agli “ultimi”




Da sempre il Comune di Rapallo riserva poca attenzione nei confronti delle famiglie meno abbienti e degli “ultimi”.

La grave crisi economica, anche se l'amministrazione con gli amichetti dell'ASCOM sembrano non volersene accorgere, ha finito per colpire in modo pesante anche la nostra città.

Mentre si spendono decine di migliaia di euro per le manifestazioni inutili e per attrarre opulenti croceristi a spese dei contribuenti, tanta gente continua a soffrire senza poter contare sull’apporto di quella giunta comunale che, almeno sulla carta visto la moralità cristiana dovrebbe essere soprattutto al servizio della popolazione.

Si continuano ad impiegare ingenti risorse senza ascoltare le vere esigenze dei cittadini, le rare iniziative che avevano visto protagonista l’amministrazione comunale, vedi la Family Card, sembrano finite nel dimenticatoio, inoltre in combutta con la nuova protagonista Elisabetta Lai presidente ASCOM si da la caccia ogni giorno ai venditori ambulanti.

E’ giunto il momento di mettere da parte “lustrini e balocchi” per occuparsi veramente di quanti in città soffrono e non riescono ad arrivare alla fine del mese senza sprecare risorse in cene e gala pagati con i soldi dei contribuenti..

E le sinistre dove sono?
In silenzio per elemosinare qualche poltrona collocandosi in qualche coalizione elettorale, senza sorprenderci in questo atteggiamento di sudditanza ai poteri forti.

Da soli avevamo previsto e denunciato che la  subordinazione delle sinistre a Campodonico avrebbe prodotto questo disastro. E' questo è avvenuto. Per questo, nel momento stesso in cui è necessario preparare un vasto fronte per un vero cambiamento, dobbiamo invece prendere atto del fallimento storico, senza ritorno , degli stati maggiori della sinistra cittadina.
Tutti hanno venduto i cittadini ai loro avversari in cambio di onorificenze .
Tutti hanno tradito.

giovedì 21 luglio 2011

IL PCL ALLA MANIFESTAZIONE DI GENOVA DI SABATO 23/7



Il PCL parteciperà con un proprio spezzone alla manifestazione nazionale del 23 Luglio a Genova, a conclusione del decennale del G8. Parteciperemo con una proposta di piena autonomia di tutti i movimenti da ogni scenario di “nuovo” centrosinistra. E dunque con una proposta di rottura con quelle “opposizioni” parlamentari che in questi giorni hanno consentito a Berlusconi la più pesante operazione di macelleria sociale degli ultimi 20 anni, al servizio delle banche strozzine. Nello scorso decennio i movimenti hanno pagato a caro prezzo la subordinazione ai cosiddetti “governi amici”, per garantire ministeri e cariche istituzionali agli affabulatori di turno. Non dovrà più accadere.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

RAPALLO SIA BENVENUTA LA FARMACIA COMUNALE




Salutiamo volentieri l'apertura della nuova farmacia Comunale di Rapallo, nonostante il percorso tortuoso che ha dovuto subire la procedura burocratica per arrivare all'inaugurazione di sabato.
Solleciteremo fin da subito, visto la funzione sociale della struttura comunale l'offerta di servizi oltre che farmaci, perché vogliamo una farmacia comunale capace di mettersi in gioco con risorse umane e tecnologiche per soddisfare totalmente le necessità giornaliere e le urgenze; riteniamo che sia fondamentale per il ruolo sociale che la farmacia comunale debba rivestire, l'offerta di farmaci a domicilio alle persone più disagiate e che possa comunicare in tempo reale con la nuova struttura ospedaliera per poter prenotare esami e visite specialistiche, insomma che sia un punto fondamentale per i cittadini Rapallesi.
L’attenta gestione da parte dell'amministrazione negli anni che verranno consentirà di assolvere il primario obbiettivo di servizio sociale, ma anche di creare reddito e profitti per il comune, che potrà investirli per il sostegno delle fasce più deboli della città.
In conclusione però non può che arrivare un severo monito rivolto alle prossime amministrazioni:
Non utilizzate la forma farmacia comunale come investimento e realizzazione di soldi freschi, con manovre scellerate di alienazione che anno fatto altri comuni, Il Comitato in Difesa della Farmacia Comunale di Santa Margherita ha fatto scuola.

lunedì 18 luglio 2011

NO ALLA RAPINA. SE NE VADANO TUTTI

www.pclavoratori.it

Una rapina di 80 miliardi contro la maggioranza della società italiana per rassicurare un pugno di banchieri strozzini e le classi dirigenti italiane ed europee: le stesse che per 30 anni si sono arricchite sulle spalle dei lavoratori. Questo è il senso della “manovra” economica varata.

La rapina ha una firma indelebile. Sicuramente quella di Berlusconi, Bossi, Tremonti e di tutta la loro corte di faccendieri. Ma anche quella del Presidente della Repubblica Napolitano, che ha svolto il ruolo di commissario per conto di Bankitalia. Ed anche quella delle cosiddette “opposizioni” parlamentari ( Bersani, Casini, Di Pietro) che non solo non si sono “opposte”, ma hanno fornito alla macelleria antipopolare un lasciapassare decisivo e complice. Con una penosa recita di ipocrisia, agli occhi del loro stesso popolo.

La verità è che l'”unità nazionale” c'è già, al di là delle finzioni parlamentari. E' l'unità di tutti i partiti dominanti attorno al programma del capitale finanziario: ottenere garanzie di pagamento degli interessi sui titoli di Stato ( 80 miliardi di interessi annui, oggi in ulteriore crescita), grazie al taglio sistematico di pensioni, sanità, servizi pubblici, scuola, lavoro.. Il fatto che questo oggi avvenga per mano di un governo ormai minoritario nel Paese, e contro la domanda di svolta dei referendum, suona come ulteriore provocazione. Non meno della scandalosa salvaguardia, bipartisan, di tutti i privilegi istituzionali di “casta”.

ORA BASTA! E' necessaria la più ampia mobilitazione di lavoratori e di popolo per liberare l'Italia dalla dittatura degli industriali, dei banchieri, e di tutti i loro partiti e portaborse. Il capitalismo è fallito. E' ora di imporre l'unica vera alternativa: quella che mette al posto di comando le ragioni del lavoro. Quella che abolisce il debito pubblico verso le banche; nazionalizza le banche, senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori; investe le immense risorse così risparmiate ( a proposito di lotta agli sprechi!) nella difesa e nella cura dei beni comuni,( lavoro, ambiente, sanità, istruzione..); libera la giovane generazione dalle leggi del precariato, restituendo a tutto il mondo del lavoro la pienezza dei diritti e la libertà dallo sfruttamento... Fuori da questo programma anticapitalista, ogni ricambio di governo si ridurrà ad una truffa come è sempre accaduto in passato. Ed è proprio l'ennesima truffa quella che stanno preparando i capi del centrosinistra, complici di Berlusconi e dei banchieri.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

mercoledì 13 luglio 2011

NON SI ESCE DALLA CRISI SENZA LIBERARCI DEL CAPITALISMO


 
 
 
A quattro anni di distanza dal suo inizio, la grande crisi del capitalismo permane e si aggrava in Europa.
I governi di ogni colore ( da Berlusconi a Zapatero a Papandreu) sanno solo chiedere sacrifici sempre più grandi ai lavoratori e alle proprie popolazioni . Rivelando  la bancarotta politica e morale di un intera organizzazione della società.
 
IL CAPITALISMO E' FALLITO
 
“Rassicurare i mercati finanziari”: questo è il passaporto universale del taglio ai salari, al lavoro, alla sanità, alle pensioni... Ma chi si cela dietro questi anonimi “mercati”? I banchieri e gli industriali.
Sono loro che da 30 anni ordinano i sacrifici sociali a vantaggio dei propri profitti.
Sono loro i cinici giocatori d'azzardo che nelle crisi  distruggono in tutto il mondo centinaia di milioni di posti di lavoro, e le ricchezze prodotte dal lavoro che sfruttano.
Sono loro che in questi anni di crisi hanno chiesto e ottenuto  una nuova montagna di risorse pubbliche, pagate dai lavoratori, per reinvestirle nella speculazione finanziaria: dissestando sempre più i bilanci pubblici, a spese della società. Sono loro che oggi, di fronte al dissesto dei bilanci pubblici,  hanno il coraggio di chiedere ulteriori “garanzie” di pagamento degli interessi sui titoli statali acquistati: presentando il conto ancora una volta alla maggioranza della società, al solo fine di nutrire il proprio ruolo di parassiti.
 
Occhio alla truffa. Vogliono far passare la crisi come “crisi dell'economia”, quasi fosse un fatto naturale e ineluttabile. La verità è che è la crisi della LORO economia, basata sulla legge del profitto. Questa economia non ha più nulla da offrire e neppure da promettere alle giovani generazioni: può solo condannarle ad un futuro sempre peggiore. Dentro le sue regole del gioco, non c'è cambiamento di uomini, né di partiti, né di governi, che possa mutare l'ordine delle cose. Ogni governo di questo sistema è un comitato d'affari di banchieri e industriali, e può solo gestire il declino della società.
 
Per questo l'alternativa o è anticapitalistica o non è. O mette in discussione il potere dei banchieri e degli industriali o si riduce ad una truffa.
 
L'ALTERNATIVA E' POSSIBILE.
 
L'alternativa è possibile. Ma deve essere radicale quanto è radicale l'attuale potere, rovesciando come un guanto tutte le sue politiche.
 
Vogliono tagliare lavoro, scuola, pensioni, per pagare gli interessi ai banchieri ( il cosiddetto “debito pubblico”)? Occorre fare l'opposto: annullare il debito pubblico smettendo di pagare i banchieri, nazionalizzare l'intero sistema bancario, investire le enormi risorse così liberate in nuovo lavoro, ambiente, sanità e scuola.
Vogliono continuare a privatizzare i beni comuni ( aziende , trasporti, acqua, istruzione..) per offrire ai profitti una nuova frontiera di speculazione e di saccheggio? Occorre fare l'opposto: ripubblicizzare tutto quello che è stato privatizzato negli ultimi 20 anni ( senza indennizzo per i grandi azionisti), e porre tutti i beni comuni sotto diretto controllo sociale.
Vogliono continuare a essere “liberi” di calpestare diritti sindacali, licenziare, inquinare l'ambiente, ignorare la sicurezza sul lavoro? Occorre fare l'opposto: nazionalizzare sollo controllo dei lavoratori tutte le aziende responsabili di morti sul lavoro, di licenziamenti, di manomissione dei diritti.
Vogliono continuare a sfruttare il lavoro nero, precari senza futuro, migranti senza permesso, evadendo il fisco a danno della società? Occorre fare l'opposto: cancellare tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, trasformare in reato penale lo sfruttamento del lavoro nero, dare a tutti i lavoratori la pienezza dei diritti contro ogni forma di discriminazione...
 
I LAVORATORI AL POSTO DI COMANDO
 
In una parola: vogliamo che al posto di comando vadano i lavoratori, per riorganizzare da cima a fondo l'ordine della società. Questa è la vera alternativa. Ed è anche l'unica via di uscita dalla crisi. E' la legge del profitto a distruggere ricchezza, lavoro, sapere, natura. Se al suo posto subentrasse la legge dei bisogni sociali, delle necessità della popolazione, l'economia riprenderebbe a scorrere su basi nuove: tutti potrebbero lavorare per  produrre ricchezza e sapere, secondo un piano democraticamente definito, in nuovo rapporto con l'ambiente e con la vita.
 
Questa alternativa può essere realizzata solo attraverso una grande ribellione sociale, che cacci le attuali classi dirigenti , rovesci i loro governi , imponga la forza della maggioranza della società: che è poi l'autentica democrazia. Peraltro solo un governo dei lavoratori, liberando la società dall'inquinamento del profitto, può liberare la politica da affarismo, corruzione, mercimonio, restituendola alle ragioni della società.
 
Lottare per questa alternativa, in Italia, in Europa , nel mondo, è il programma del Partito Comunista dei Lavoratori. La sinistra che non tradisce.
 
 
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

martedì 12 luglio 2011

RAPALLO VERSO LE COMUNALI. LA SINISTRA DOV'E'???

 

 

 

 

Mentre i soliti noti scaldano i motori in vista delle elezioni, Barra, Brasey, Costa, Arena, Cerchi, Alongi, Paganini e chi più ne ha più ne metta iniziano a sgomitare, la sinistra è totalmente assente.
Di fronte ad una Giunta in profondissima crisi, le sinistre rapallesi non avanzano alcuna proposta indipendente. E' clamoroso. Tanto più a fronte di una maggioranza che litiga ogni giorno senza legiferare.
Il silenzio e la passività della Federazione della Sinistra e di Sinistra Ecologia e Libertà è vergognosa, forze che solo qualche anno fa erano in grado di attirare migliaia di consensi, sono oggi paralizzate dalla propria crisi e dal proprio stesso disegno, quel disegno di rinuncia a prescindere.
Oggi a Rapallo l'intera agenda politica pubblica ruota attorno allo scontro Capurro, Bagnasco, Campodonico e le sinistre compreso il PD aspettano la manna dal cielo.
Ma che programma può fare un centrosinistra in questi anni totalmente assente? E come si può pensare che poi quel centrosinistra scelga misure di svolta per i cittadini?
La risposta è semplice anche per queste elezioni le sinistre si candideranno a replicare il progetto suicida, già testato alle ultime elezioni, domani come ieri, le sinistre subordineranno le ragioni dei cittadini alle proprie aspirazioni istituzionali: quelle di qualche poltroncina.
La storia si ripeterà, con una differenza però non trascurabile: che a riproporre la linea del disastro saranno gli eredi testamentari del suo fallimento, oltreché responsabili dello stesso. E che proprio per via del disastro compiuto, la loro forza residua è ridotta al lumicino. Di certo tanta ostinazione meriterebbe cause migliori.

sabato 9 luglio 2011

PALESTRA FRANTINI RAPALLO



La visita alla palestra delle Frantini è stata imbarazzante, e pensate che è una delle strutture più moderne e ben tenute, ci siamo trovati davanti all'incuria più totale, per fortuna i nostri amministratori pensano allo sviluppo sportivo, ma se i nostri giovani devono appassionarsi allo sport dopo essere entrati nelle palestre di queste scuole cambieranno sicuramente idea.
Questo é il modo più visibile che dimostra la totale indifferenza dell’amministrazione comunale rapallese nella politica rivolta ai giovani e allo sport.
E' necessaria una svolta.


giovedì 7 luglio 2011

Rapallo estate 2011 spiagge privatissime, altro che mare d'inverno.


Se i politici non interverranno in tempi brevi, inviteremo i cittadini a rivolgersi alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, alla Capitaneria di porto e alle Associazioni Consumatori.
Mentre il Consiglio dei Ministri e la Commissione europea discute di concessioni demaniali, a Rapallo (priva quasi completamente di spiagge libere) non ci viene nemmeno concessa la visione del mare, con il tradizionale muraglione di cabine che ancora una volta impone al cittadino la fuga balneare nelle città limitrofe, un vero e proprio confine si estende per buona parte di Rapallo a demarcare il territorio.
L'Amministrazione comunale è complice dell'inaccettabile appropriazione a vita di un bene pubblico, lo si evince dal fatto che dovrebbero essere proprio loro a garantire il corretto rapporto tra le spiagge in concessione e le spiagge libere, e queste ultime dovrebbero essere segnalate con apposite indicazioni, una pratica a Rapallo ignota.
Il Comune è obbligato a difendere i nostri diritti, che invece restano sconosciuti e i bagnanti si trovano intrappolati nella rete delle scorrettezze e sono costretti a sostenere dei costi a volte non necessari.
Segnaleremo le irregolarità ai consiglieri Regionali per recuperare un equilibrio tra spiagge in concessione e spiagge libere. Questo equilibrio è previsto dalla legge, ma a Rapallo non è rispettato; occorre quindi indirizzare le nostre proteste al Sindaco. Chi paga le tasse ha diritto ad una spiaggia libera e gratuita. Le spiagge libere e gratuite devono essere intercalate tra uno stabilimento e l’altro e non collocate nelle aree più lontane e disagiate.
Ultimo appunto ma non meno importante: le spiagge libere devono essere pulite, e questa incombenza è a carico del Comune.

sabato 2 luglio 2011

ADESIONE E PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO TAV


 

(1 Luglio 2011)

Il Partito Comunista dei lavoratori (PCL) aderisce e partecipa alla manifestazione nazionale convocata dal movimento No Tav in  Val di Susa per Domenica 3 Luglio, con la presenza di Marco Ferrando, suo portavoce nazionale: in coerenza col pieno sostegno che il PCL ha sempre dato alla lotta della popolazione della valle in opposizione ai governi di centrodestra e centrosinistra, e alle loro aggressioni poliziesche. Questa lotta ha tanto più oggi un valore emblematico generale. Nel momento in cui il governo, senza reale opposizione, vara un salasso di quasi 50 miliardi di tagli sociali per pagare i banchieri europei, il rifiuto dello spreco di 20 miliardi destinati alla mangiatoia della Tav, solleva l'esigenza di un altra organizzazione della società: che rovesci la dittatura del profitto, privilegi l'investimento pubblico nei beni comuni, rispetti la volontà del popolo, faccia pagare chi non ha mai pagato.
 
 
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

SML DAL COMITATO IN DIFESA DELLA FARAMACIA COMUNALE



Il Comitato in difesa della Farmacia Comunale, si felicita con la scelta del gruppo di Gente per Santa, e confermato dalle dichiarazioni del ns. Sindaco, di raccogliere firme tra la cittadinanza a favore ed in appoggio della decisione dell’Amministrazione di alienare la Farmacia Comunale di San Siro.
L’iniziativa, seppur tardiva e fuori tempo massimo visto che la cessione è avvenuta più di un anno fa, deve essere salutata positivamente da tutti ma in particolare dal ns. Comitato, che proprio sulla petizione in difesa della Farmacia e sul coinvolgimento dei cittadini nelle scelte amministrative che li riguardano, ha da sempre basato la propria attività.
Che poi la scelta venga dal Sindaco e dai Suoi “fiancheggiatori” ci fa ben sperare per il futuro della ns. Città, anche perché quando le firme venivano raccolte da noi o da altri Comitati cittadini, venivamo indicati come demagoghi, populisti ed accusati di campagne di disinformazione.
Evidentemente il Sig. Sindaco, sollecitato in questo dalla sentenza di condanna del T.A.R. della Liguria proprio sulla vendita della Farmacia, ha capito con un po’ di ritardo, che la strada migliore per giungere a scelte condivise è quella del coinvolgimento diretto della popolazione.
Forse questa nuova sensibilità porterà finalmente l’Amministrazione ad emanare quel regolamento attuativo per i Referendum consultivi che da tempo noi, insieme agli altri Comitati, chiediamo.
Sulle grandi scelte come il Porto, la talassoterapia, il P.U.C., le vendite del patrimonio pubblico, ascoltare i cittadini non deve essere considerata una debolezza ma semmai un segno tangibile di democrazia e di partecipazione.
Quindi formuliamo a GPS ed al Sindaco i nostri migliori auguri per la prossima raccolta di firme, nella speranza che questo modo di operare si continui e si consolidi anche per il futuro.