Lettera aperta a GABRIELE VOLPI.........."giovani", legalità, progetto di "FONDAZIONE"
Caro Volpi,
senza voler rinnegare quanto scritto in precedenza sugli affari del suo gruppo, intendo scriverle questa lettera aperta per indurla a proseguire, se effettivamente questi sono i suoi intenti (dichiarati nella sala del Comune di Recco il 13 scorso), e tradurre in fatti positivi nell'interesse dei giovani e del territorio la voglia di creare, direttamente o attraverso un trust, ricchezza e occasioni di sviluppo armonico e rispettoso dell'ambiente.
La partenza, con le sue indicazioni e il “supporto responsabile” di Angiolino Barreca, sembra quella giusta, ma necessita di alcune rettifiche di percorso.
All'interno di quella nota, oltre alcuni passaggi di rilievo critico, compariva:
“La sintesi è una proposta concreta e rigorosa”, e di seguito:
-La Fondazione ha sede nel comune di RECCO in un luogo dedicato; ha una attività estesa a tutto il territorio europeo; si relaziona con ogni ordine e grado di scuole.
-Lo sponsor VOLPI, oppure un soggetto di suo gradimento, costituisce una fondazione dedicata al progetto e ad altri di analogo indirizzo e di ulteriore estensione.
Fin qui quanto già noto e sinteticamente espresso, ma alla luce di nuovi particolari emersi nella vicenda del porto di S.Margherita Ligure e dopo l'incontro tenutosi alla Casa del Mare, alla presenza di Claudio BURLANDO, penso sia utile scrivere questa lettera aperta sulla traccia di quanto già pubblicato il 14/07/2011.
Lo spunto – tanto per ricordare - era tratto da una presentazione effettuata nella sala del Consiglio Comunale di Recco, città nella quale lei ha diversi interessi, così come compare – quale co/imprenditore - in altre differenti realtà locali proponendo indirizzi di attività spesso comuni a quelli recchesi.
La presentazione consisteva nella introduzione ad un progetto cointeressato da alcune figure istituzionali dello Stato, volto al “miglioramento” delle condizioni di conoscenza (della legalità) e al successivo sviluppo nella vita dei giovani.
Riconosciuta la bontà intrinseca di un simile intento, ma considerate alcune inevitabili e sostanziali “lacune funzionali” emerse dal progetto, ritengo oggi opportuno dare lo spazio alle osservazioni conseguenti, intendendo portare a termine lo “scopo reale e sostanziale” che si deve dare a quanto proposto.
Prima di elencare le osservazioni ritengo sia però doveroso fare alcune brevi premesse:
La patrilinearità è il terreno matriciale sul quale si radica il “familismo amorale”, costituente il modello di pensiero diametralmente opposto alla “legalità”. E' noto a tutti coloro che studiano i profili di legalità, che il familismo amorale è un atteggiamento sociale ispirato alla regola del «massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia nucleare, supponendo (!!??) che tutti gli altri si comportino allo stesso modo », ed è quindi contrario al senso civico dello Stato, contrario alla legalità e rivelatore di una sfiducia nella collettività fino al punto di lavorare per distruggerla; tale comportamento distruttivo è tipico delle società tribali e sopportabile solo ed esclusivamente all'interno di una differente forma di organizzazione dello Stato.
Non è per puro caso che un tale modello sociale sia portato avanti dalle “famiglie” (intese primariamente nell'accezione di: mafiose) ed abbia oggi una enorme radicazione sul territorio. Non è per caso che ormai la quasi totalità dei cittadini abbia recepito le sue nefaste indicazioni e le abbia fatte proprie, sostanziandole in un “costume sociale”!
Il modello dell'illegalità passa sempre e solo attraverso il familismo amorale. Migliaia di esempi sono lì a disposizione di chi li voglia vedere.............sono tutti i figli, fratelli, nipoti, coniugi degli amministratori pubblici che sono “collocati ” laddove la legalità avrebbe dovuto porre altri soggetti (portatori di cultura, competenza e capacità adeguate al ruolo occupato nella società), che nulla hanno da spartire con il “familismo”.
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Fatte queste doverose premesse, ritorno ora all'argomento “fondazione” che è oggetto di questa lettera.
Esamino preliminarmente le figure che ritengo siano costitutive di un progetto generale di fondazione, seguendo un ordine casuale perchè non è intento di questo scritto la redazione di uno statuto, ma la sola ed esclusiva indicazione dei “fondamentali”!..
-Una fondazione prevede un “fondatore” che nel caso in esame è una figura simbolica: “i giovani” (che agiscono in funzione della “chiamata in causa” scaturita dall'impegno che lei ha espresso nell'incontro di Recco)
La partecipazione alla costituzione dell'ente è aperta a tutti i giovani (18-28 anni) che siano residenti nei comuni del levante ligure e che richiedano di partecipare; questi intervengono negli atti successivi attraverso delegati assembleari, periodicamente sostituiti all'interno del gruppo fondatore (così che tutti abbiano la possibilità di maturare competenze di autogestione).
-Una fondazione prevede poi la disponibilità di un patrimonio (beni di diversa natura) – resi disponibili da soggetti terzi - che siano lo strumento da cui scaturisce la possibilità di autofinanziarsi e procedere nello sviluppo continuo e costante delle attività.
I terzi finanziatori sono evidentemente riconducibili al suo gruppo , che andrà a costituire dunque il patrimonio iniziale, e ad ogni altro soggetto privato che intendesse intervenire aumentando la disponibilità inizialmente determinata.
-Una fondazione prevede poi uno statuto nel quale, oltre le tradizionali clausole, deve comparire lo “scopo” che ha - in questo caso - il generico indirizzo di sviluppare la presenza dei giovani nella società in un panorama espressivo ampio; in particolare andando a colmare gli enormi “vuoti” che sono il risultato di dissennatezze amministrative perpetrate per anni.
Il “panorama espressivo dei giovani”, continuamente aggiornabile, scaturisce preliminarmente dall'assemblea dei “fondatori ”, partendo dalle consolidate esperienze di tutte le forme assembleari giovanili che fino ad ora hanno espresso percorsi possibili di condivisione e che rileveranno il loro dovere a partecipare in numero sempre più ampio.
…
Non riconoscendo l'emersione di ulteriori “lacune funzionali” alla proposta fatta da lei in aula consiliare a Recco , sarà quindi necessario indicare il “beneficio diretto” che ricadrà sul soggetto che andrà costituire il patrimonio della fondazione. (trascuro di indicare quale sia il beneficio “indiretto” perchè appare fin troppo evidente, almeno a lei ed a me!)
Considerando poi che il beneficio primario deve destinarsi ai giovani e che quello derivato secondario al costitutore del patrimonio della fondazione, provo ad elencarle alcuni casi di operatività:
Nel comune di Recco trova collocazione un bene di rilevante dimensione, ed in stato di abbandono, dopo che l'ente provinciale intese, molto avventatamente, di divenirne proprietario. Parlo dell'ex “Maestre Pie” dove, da sempre, viene indicata una destinazione formativa giovanile utile a sopperire ad una cronica mancanza di figure professionalmente preparate nel settore turistico/ricettivo capace di attrarre turismo di alta capacità di spesa. E' evidente a tutti che tale progetto non avrà mai consistenza senza l'apporto di un soggetto privato; questo deve essere di suo interesse, perchè è “interesse primario dei giovani”.
Nel comune di Santa Margherita Ligure trova collocazione un porto turistico che ha necessità di essere “tutelato” - lasciandolo così com'è ! Nella prossimità del porto “intoccabile” si trova l'area Ex Spertini necessitante di una adeguata riqualificazione che - resa funzionale ad un progetto alberghiero a ricettività pluristagionale – richiede l'intervento privato ad ampio spettro dal quale scaturisca la creazione preliminare di corsi di formazione per i giovani che andranno a trovare occupazione nelle future realizzazioni; questo deve essere di suo interesse, perchè è “interesse primario dei giovani”.
Nel comune di Lavagna, viene individuata una pluralità di “abbandoni” il più rilevante dei quali è rappresentato dalla “Club House” del porto turistico condotto fino ad oggi in maniera scellerata. Aderente alla struttura si trova la cosiddetta “Piastra” che venne assunta in uso, con conseguente onere manutentivo, dall'ente comunale. Tale ente, come tutti gli enti in generale, non ha possibilità alcune di intervenire economicamente e da ciò deriva l'abbandono. Quello spazio, di consistente superficie, è un vero e proprio scempio che si para dinanzi agli occhi di chiunque si avvicini alla struttura portuale. I due elementi richiamati - la Club House e la Piastra - devono essere di suo interesse, perchè sono “interesse primario dei giovani”.
Nei comuni di Recco ed in quello di Rapallo si trovano due caselli della A12. Nel progetto preliminare di costruzione (del 1957!!) era prevista la costruzione di due enormi silos per veicoli (Valletta di Verzemma e Poggiolino ) poiché era ben chiaro doversi distinguere la mobilità medio/lunga (autostradale) dalla circolazione locale/residenziale. In tale visione veniva presa in considerazione la realizzazione di un sistema di trasporto locale (in particolare per i comuni privi di accesso alla A12 – Pieve Ligure, Sori, Camogli, Santa Margherita Ligure, Zoagli ) che doveva dare luogo ad un “.......consistente beneficio per l’utenza locale e con diretta ricaduta positiva sulla fluidità e sicurezza della circolazione locale.......”. Sempre in quel progetto (1957!) era scritto che tale indirizzo doveva “garantire un disegno del territorio riconoscibile ed efficiente, liberando così potenzialità turistiche particolarmente estese e fino ad allora inutilizzate.....” ed ancora “…..incentivare la specializzazione dei centri urbani nelle differenti attrattività verso una popolazione turistica avente capacità di spesa elevata ed adeguata alla alta possibilità di offerta....” Tutto questo deve essere di suo interesse, perchè è “interesse primario dei giovani”.
Le ho offerto solo alcuni esempi, ma molti altri sono pronti da tempo e considerano tutto il territorio del Levante, compreso l'entroterra.
Comprenderà quindi che alcuni “punti essenziali” emergono da questa lettera e voglio qui riassumerli ad evitare fraintendimenti:
-Nel Levante ligure (mi limito all'area costiera perchè è sottoposta a violenta aggressione speculativa) esiste la possibilità di fare “grossi affari” e, soprattutto, creare un rilevante aumento di ricchezza “intrinseca” legata alla specificità valoriale alta che offre un territorio non riproducibile altrove.
-L'adeguamento ad una tale visione, per l'imprenditore che la comprenda, è generatore di “simpatia” e riconoscenza, oltre essere produttore di giusto profitto derivato.
-Gli enti locali hanno da tempo la necessità di un socio/privato (persino per tagliare l'erba dei giardini!!), per evidente e manifesta incapacità a darsi un disegno di sviluppo armonico, rispettoso e solidaristico e la cronica incapacità ad evitare gli sperperi in progetti dissennati, avventati, inutili. ( ai precedenti punti 1-2-3 ho dato solo alcune esemplificazioni )
-I giovani hanno esigenze che le amministrazioni non sono in grado di comprendere per impianto istituzionale e carenza culturale.
-Questo è il ”lavoro” che spetta alla “Fondazione” e questo è il “lavoro” che i giovani debbono e vogliono portare avanti nel loro territorio.
Rifletta con calma, ma non si faccia consigliare da soggetti “anomali”!
Nel caso in cui lei ritenesse di aderire alla proposta, e solo in questo caso, mi sentirei portato a suggerire ai giovani di conferirle quella “cittadinanza onoraria” che altri (molto avventatamente e privi del titolo a farlo!!) avevano avanzato a Recco 15 gg prima d'oggi.
Buon lavoro
a.p.
Nota:
In apertura ho scritto "...ma alla luce di nuovi particolari emersi nella vicenda del porto di S.M.Ligure e dopo l'incontro tenutosi alla Casa del Mare, alla presenza di Claudio BURLANDO.........", questo non era un richiamo casuale, ma sostanziale alla buona riuscita del progetto, perchè ho conoscenza “profonda” (nel senso dell'analisi politica) del presidente della Regione Liguria.
Burlando proviene da una “carriera” amministrativa ultra decennale.
Da quel percorso emerge un suo particolare “profilo politico” atto a superare ostacoli normativi.
Questa impostazione, ripetuta e costante nel tempo, ha fatto scuola e viene ricordata con una sua frase:"....se una legge crea difficoltà.......la si modifica!"
Voglio ricordarlo a lei così che comprenda che in questo progetto “per i giovani” Burlando, per tenere fede al suo pensiero, può solo “essere della partita!”