L'istituzione della "giornata del ricordo", voluta da un accordo bipartisan fra centrodestra e centrosinistra ha avuto un unico scopo: criminializzare la resistenza dei partigiani jugoslavi e cancellare le colpe gravissime di cui il Governo fascista si macchiò durante i 20 anni di occupazione del'Istria prima e della Jugoslavia dopo.
Ma l'italianizzazione forzata della popolazione slovena e croata, gli espropri dei terreni, le fuciliazioni di massa, gli incendi dei villaggi e la deportazione in lager di uomini, donne e bambini non possono essere cancellati in nome del nazionalismo italico. Nazionalismo italico che è stato il principale responsabile delle sofferenze subite dagli stessi profughi istriani.
Bastino le parole di Benito Mussolini per ristabilire la verità storica:
“Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani” – Benito Mussolini, settembre 1920.
Il Direttivo del Partito Comunista dei Lavoratori
sezione "Rosa Luxembourg" di Rapallo
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