sabato 1 ottobre 2011

PORTO “CAVOUR” O PORTO “BENESSERE”? NO GRAZIE DEMOCRAZIA PARTECIPATA!

Un comitato cittadino non può sostenere nessun progetto privato, tanto più se si tratta dell'ennesima speculazione.


Dopo la pubblicazione del progetto denominato “Porto Cavour”, anche i più scettici hanno avuto la conferma che si tratta di una vasta operazione di cementificazione, che punta, come il progetto della “Santa Benessere & Social”, all'occupazione di territorio pubblico (cioè nostro) allo solo scopo di realizzare profitti.
Non bisogna essere tecnici,  scienziati o imprenditori per capire che entrambi i progetti mettono a rischio il patrimonio paesaggistico costiero, e chi, si era illuso anche fra gli ambientalisti che il porto “Cavour” fosse la soluzione, eccolo servito.
Chiediamoci come mai, proprio noi sammargheritesi siamo stati così fortunati da trovare dei benefattori che vogliono regalarci un’opera per la riqualificazione cittadina, chiediamoci perchè, e chiediamolo anche al Sindaco, il motivo perchè i cittadini non possono aprire un percorso fatto di democrazia partecipata, di emancipazione collettiva da questa nuova speculazione in cui stiamo affondando, in cui si offre come riqualificazione una montagna di cemento invece che scuole, lotta alla fuga di residenti e ospedali funzionanti. Sostenere il nuovo progetto significherebbe infliggere un colpo mortale all’immagine di Santa Margherita Ligure, con ricadute disastrose su più versanti, per primo quello turistico, che viceversa si voleva far credere di favorire.
Qualsiasi partito, qualsiasi consigliere, qualsiasi associazione, qualsiasi comitato che vorrà sostenere questo scempio, sarà corresponsabile del declino della città, e presto sarà chiamato a pagarne il conto.
Tutti i bambini e i ragazzini che sono nati o passati per “santa” hanno passeggiato sugli scogli dei giardini, mentre i genitori si facevano immortalare in spettacolari foto panoramiche; impedire ogni passo avanti dei progetti portuali significa proteggere i nostri figli e i nostri nipoti, denunciando tutti i movimenti che stanno dietro ogni speculazione, a cominciare dalla presunta scarsità di risorse. Le risorse cittadine ci sono. Si tratta solo di restituirle al loro legittimo proprietario: la collettività.

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